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Interventi sulla falda

Protezione, bonifica e monitoraggio

L’acqua bevuta negli ultimi vent’anni dai cittadini di Alessandria e di Spinetta non ha mai superato i limiti previsti dalla legge sulla potabilità: lo affermano 898 referti analitici di enti, istituzioni e laboratori che confermano la potabilità dell’acqua che viene prelevata dalla falda profonda (oltre 80 metri) mai interessata dalla contaminazione. 

La contaminazione da cromo esavalente e solventi clorurati riguarda il livello superficiale dell’acquifero. La falda profonda (dove viene prelevata l’acqua ad uso potabile) è separata dai livelli superficiali.

La barriera Idraulica protegge le aree esterne al polo chimico: una “rete” di pozzi, cresciuti nel tempo a partire dal 2009 e che ha raggiunto il numero di 81, permette d’interrompere il trasporto degli inquinanti nelle acque della falda superficiale verso l’esterno del sito.

Alcuni di questi pozzi, situati in alcune aree dello stabilimento, sono stati attivati per coadiuvare specifiche attività di bonifica e svolgono un'azione di cattura sinergica insieme alla barriera idraulica.

Sia la barriera che il sistema di pompaggio esercitano anche un’opera di vera e propria

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 bonifica: le acque estratte dalla falda sono inviate ad un grande impianto di Trattamento delle Acque di Falda (TAF) che rimuove la massa di inquinanti e permette il riuso delle acque depurate nel circuito di raffreddamento necessario alle lavorazioni industriali. A partire da ottobre 2020 la barriera e il TAF sono stati ulteriormente potenziati del 25%, potendo ora catturare e trattare fino a ben 570 m3/h.

Con l’approvazione degli Enti, a dicembre 2017 è stato per la prima volta applicato un innovativo trattamento dove si trovava la massima concentrazione dei solventi clorurati: la cosiddetta Declorurazione Riduttiva Potenziata (in inglese Enhanced Reductive Dechlorination o ERD) consiste nell’iniezione in falda di una microemulsione a base di lecitina in grado di “potenziare” i batteri presenti naturalmente nel terreno per permettere loro di “mangiare” i solventi clorurati trasformandoli in metano. Grazie agli ottimi risultati ottenuti dall’intervento del 2017, in accordo con gli Enti sono stati eseguiti nel 2020, 2021 e 2022 altri 3 interventi analoghi in altre aree dello stabilimento.

Inoltre, sin dal 2012 è in atto un monitoraggio periodico, concordato con le Autorità, che grazie a oltre 300 piezometri installati all’interno e all’esterno dello stabilimento, permette incessantemente di verificare la costante tenuta della barriera idraulica e la qualità delle acque di tutta la zona.

In merito ai PFAS, sostanze chimiche artificiale denominate perfluoroalchiliche e  utilizzate nei processi industriali, è stata avviata, in accordo con gli Enti, una misura di Messa in Sicurezza Preventiva (MiPRE). A partire dal 2019 sono infatti attivi alcuni pozzi, nell’area che presenta le concentrazioni più elevate all’interno dello stabilimento, che captano le acque della falda superficiale e le mandano a trattamento su resine a scambio ionico.

Sul tema PFAS è poi importante ricordare che i livelli profondi (oltre i 60 metri) dell’acquifero di Spinetta Marengo, non evidenziano alcuna compromissione a carico di nessun contaminante e, tanto meno, a carico dei PFAS, né all’interno, né all’esterno del sito.

Infine, a conferma del costante impegno nei confronti della sostenibilità ambientale del territorio che ospita lo stabilimento produttivo, Syesnqo ha aderito volontariamente al progetto di bonifica delle aree esterne al sito, presentando il Piano di Caratterizzazione delle Aree Esterno al polo industriale di Spinetta Marengo, che permetterà di verificare lo stato di qualità della falda e dei terreni in un’area esterna che si estende per circa 6km quadrati a valle dello stabilimento

leggi il Diario di Bordo, LINK

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Innovazioni tecnologiche per il monitoraggio della falda.

Guarda l'intervista di Patrizia Trefiletti, docente di geologia.